domenica 30 dicembre 2012

venerdì 28 dicembre 2012

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Odori d'infanzia"


"Odori d'infanzia"

“Vesti la giubba e la faccia in farina…” 
Quando il trucco del volto si frantumava sotto la spugnetta imbevuta di struccante a buon mercato, la romanza partiva. 
Sere di smorfie ripetute le sue, corpo in linguaggio, volto in instancabile movimento, perché la maschera rappresentata giungesse ogni volta con identica intensità all’ultima poltroncina dell’ultima fila, dove seduto in attesa di riso, l’ennesimo adulto bambino aspettava. 
“Ridi pagliaccio”, proseguiva la romanza cantata con impeto accorato dal tenore. In quell’attimo preciso la collezione di odori d’infanzia, tornava alla sue narici…

…C’era odore di sugo di carne, che impregnava le stanze di casa la domenica mattina, già prima delle dieci.
Odore
bianco, di borotalco, che asciugava il suo piccolo corpo dopo il bagno dei giorni di festa,.
Fragranza di zucchero e cannella, che incontrava sulla porta dell’antica pasticceria del quartiere.
Puzzo,
di naftalina, che inevitabile accompagnava la prima uscita invernale del capellino della nonna.
Profumo d
i "Acqua di colonia 411", tra le forcine del biondo chignon della zia zitella.


Andava sfumando la musica, quando l’odore acre e pungente di sigaro toscano di suo padre, si confondeva tra una lacrima e un sorriso.


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domenica 23 dicembre 2012

Scattiscritti "...di Natale..."



"...di Natale..." foto di Graziano Tortelli




...al calar del desio...
Ci si allunga in questo tempo che di nero si veste. Ma c’è una recondita fiducia che ancora ci investe, che dal nero scalpita in luce per farsi rincorrere. Uniti, diversi, ognuno coi suoi tempi aspettiamo quel chiarore annunciato. Io scettica, in questo giorno preludio di festa, tengo per me il mio sentire, storcendo il naso all’ottimista incallito. Stringiamoci in un abbraccio, pizzichiamoci la guancia…

Buon Natale…


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venerdì 21 dicembre 2012

Scattiscritti " ...un rito..."



"...un rito..." foto di Giuliano Corti


Foglie, inizio inverno, trasformazione...
 ...Ci trasformeremo, come ogni anno nuovo cresce, si snoda, passa in stagioni. Ci cambierà l'aspetto, il colore, la densità dell'anima. Ma è solo e soltanto un rito che si ripete, che ci conduce verso quel traguardo annunciato da sempre...



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giovedì 20 dicembre 2012

Scattiscritti "Aspetto"


...disgelo...

"Aspetto"  
foto di Marco Galeotti
 

Aspetto il disgelo. 
L’anno nuovo lo porterà lo sento. 
Bisogna fare bagagli di attese. 
Sperare che il meglio debba ancora arrivare…

“Calorosi” auguri…




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lunedì 17 dicembre 2012

Pit Stop "In difesa di me"



"In difesa di me"


In difesa di me mi specchio. Lo specchio mi rimanda me. Se davvero volessi difendermi non starei qui a guardarmi. Prederei il passo, il verde, l’aria di tramontano e con gli occhi puntati sul viottolo mi penserei difendendomi. Invece resto qui, a specchiarmi mezzo busto, e sopracciglia s’increspano, le rughe della fronte  infittiscono. Pensare penso lo stesso. Non è lo stesso che se prendessi il passo, il verde ma penso. E ancora non mi sono difesa. Perché dovrei?...Per giustificare l’ingiustificabile, per lodarmi e imbrodolarmi, per alzare le spalle e senza voce annuire che così sono e così è?... Non mi specchio in difesa di me, e nemmeno prendo il passo, il verde, il tramontano. Sulla punta delle dita appoggio un bacio, lo porto alla guancia, ripeto. 
Copio e incollo non rileggo, mi sono divertita…




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domenica 16 dicembre 2012

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Casa di bambola"



"Casa di bambola"


Letizia e Michele erano saliti puntuali alle 7,40 sul pulmino giallo della scuola. Tony in sella a suo scooter, percorreva il Viale Giannotti in direzione dell'ufficio. Orazio gatto nero dagli occhi smeraldo, raccattato per strada da Letizia durante un temporale, era appena rientrato dai bagordi della notte e con voracità sgranocchiava i suoi croccantini. Dalle finestre spalancate sul mattino entrava aria nuova, a portar via di quella della notte gli odori lasciati dal sonno. 
Nella sua poltrona di pelle marrone, lacerata in più parti, dalla seduta sformata, dall'odore di lei intrisa, Flavia si lasciava coccolare; una sigaretta tra le dita, la prima di molte, una rivista illustrata sulla ginocchia da sfogliare distratta, il secondo caffè del mattino le gustava ancora il palato. 
Dalla sua casa d’infanzia venduta per debiti non suoi da regolare in fretta, aveva portato con se solo quella poltrona, mai se ne sarebbe disfatta, anche di fronte ad un altro trasloco, all’eventualità di mancanza di spazio, o al soccombere della stessa per troppa vecchiaia d’uso. 
Era in quella mezz’ora di casa deserta, dopo ogni accudimento a prole, consorte e felino, che Flavia si entrava in contatto, riprendendo confidenza con se, spingendosi alla meglio dentro l’ennesima giornata qualunque da affrontare. Sprofondata, abbracciata alla sua poltrona consunta, cercava di riacchiappare ogni mattina quel ruolo scelto un tempo ma adesso troppo stretto, che l’abbruttiva nel corpo, la molestava nello spirito. 

Prima che le incombenze la risucchiassero e il senso di colpa per quei pensieri ribelli e costanti la distogliessero dai sogni, chiuse la rivista, prese il libro nascosto sotto il cuscino. 
“Casa di bambola” il titolo…


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