mercoledì 14 ottobre 2015

Pit Stop musicale "Ascoltando, improvvisando..."

"Ascoltando, improvvisando..." 


Ti amo con la lentezza che gli anni mi consegnano.
Ti amo con la consapevolezza del non domani.
Ti amo come quella mattina che ti incontrai per caso.
Ti amo perché non saprei far altro che questo dopo una vita insieme, dopo una strage di cose vissute, dopo aver fatto progetti in parole, pensieri in progetti, avendone tirati fuori qualcuno, lasciati molti nel cassetto. 
Ti amo perché amore non è solo quello che si mostra ma quello che si sente quando l’altro non c’è. 
Ti amo perché ora la mano mi trema all’idea di non stringere più la tua. 
Ti amo perché penso a chi di noi due per primo lascerà. 
E se te non avessi amato, non sarei stata. 

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lunedì 12 ottobre 2015

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Il corridoio è freddo"

"Il corridoio è freddo"


Trattengo il respiro, potrebbe andarsene ancora. Lo ha sempre fatto. Per quale motivo dovrebbe smettere? Ho corrotto il cameriere ai piani, mi sono intrufolato nella stanza, ora mi beo. Quando aprirà le palpebre non mi vedrà subito. Lei dorme profondo, ha risvegli lenti, mette a fuoco molto dopo. Se appoggio le labbra sulla tazzina la prenderò con me. Ingoio, a rallentatore mi sgranchisco. Il mattino sta entrando nella camera. Dovrei alzarmi, abbassare l’avvolgibile, accostare le tende. Perché all'infinito la penombra resti, la luce scappi. Mi commuovo se penso alle sue linee sotto alle lenzuola. Sono due anni, tre mesi e undici giorni che non le vedo. Non possono che essere migliorate. I tramonti non la sfioriscono e le albe sempre la rinnovano. Si gira, mugola, stropiccia il cuscino. Metto il silenziatore a tutto, anche ai  pensieri.

Torno in me, non posso più restare, il gioco è finito. In fondo non avrei parole, non saprei mettere insieme delle scuse. Solo rossore, banalità, mutismo.
Mi alzo, mi avvicino. Sono pazzo lo so, e allora...l’annuso. Stacco tre passi svelti fino alla porta, mi stoppo, mi calmo e con gesti da ladro apro.
Il corridoio è freddo.

mercoledì 23 settembre 2015

Pit Stop "Note scritte" (ascoltando la musica di Dario Gozzini)


Queste brevi scritture nascono nel momento dell'ascolto: non prima, non dopo.


"Sogni, nuvole rosa..." musica di Dario Gozzini


Resto, piano penso, con leggerezza rammento, con un sorriso mi commuovo. Insomma sogno e son desto! Che magia e meraviglia, questa potenza che mi assale, questo luccichio che mi travolge. Non posso fermarmi in questo qui se non vedendolo nel poi. Del fu mi beo e di domani mi nutro. Ricordatemelo quando lo dimenticherò, perché accadrà lo so che succede. Sospiro, l’aria mi riempie i polmoni il torace si alza e le nuvole corrono e io con loro. Ci saranno altri soli, albe e tramonti e sempre saprò che farne, SEMPRE! Ora taccio coi pensieri, lascio solo alle note la scena, saranno il mio ego, io sarò il loro mentore, null'altro può accadermi se non ciò che voglio. Vi abbraccio tutti, vi lascio ai vostri sogni, torno domani e domani e dopo domani ancora….

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martedì 22 settembre 2015

Pit Stop "Leggerezze"




"Leggerezze"
La rincorsa dei raggi di sole in giardino è ripresa. E’ esposto a nord bisogna accontentarsi, il sole va dietro il tetto al primo avvento di autunno, si affaccia curioso alla prima avvisaglia di primavera. Leggere percezioni di stagioni in passaggio, l’ombra si fa più spazio, la luce indietreggia, il giorno cede prima alla notte. Leggerezze, bisogna starci dentro aiuta, negli ultimi anni non proprio idilliaci è un buon esercizio. Ma sto ancora imparando a starci. No, non ho ancora imparato, ho cadute di stile, non sono brava, non sono super, il brava e il super lo lascio a gli altri, a quei tanti che si credono tali, io resto "nell’imparando"

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lunedì 21 settembre 2015

Pennellate di parole per... Cristiano!



Cristiano Corazzi






Sabato 13 giugno 2015  
Ci sarà sempre un momento da mettere in cornice. Il tempo di uno scatto può trasformare una giornata qualunque in una speciale. Una manciata di secondi in un’immagine, conduce a un ricordo, scrive una storia: la tua 
Ci sarà sempre un passaggio di vita che va in una cornice, in quella sosta, si accasa, per confermarti semplicemente di aver vissuto. 
Dovresti avere il coraggio di rinnovare ogni tanto quei passaggi incorniciati, per farli…“crescere”, come tu cresci e crescerai. 
Ci sarà sempre un sorriso, una smorfia, un broncio che andrà in cornice, che solo di te, te solo, racconta. Dovresti non rinnegare mai, tutti i Cristiani andanti in cornice! 

Crescerai  

ricordandoti di te  
insieme all’amore.  
Sarà una collezione di momenti  
tante piccole perle per un filo solo  
Il tuo.  
Attimi unici  
non ripetibili  
Oltre ogni aspettativa. 

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Cristiano Corazzi


domenica 20 settembre 2015

Pit Stop "Note scritte" (ascoltando la musica di Stefano Cencetti)

Queste brevi scritture, nascono nel momento dell'ascolto: non prima, non dopo.


"sofferto e leggero, nel vento" musica di Stefano Cencetti


Ripenso a come è stato: Bello! Non posso dire che così Ma appunto è stato. Metto ora in queste mie note il bello insieme, ne faccio melodia per me, per te. Sarà di nuovo lo sento, le note suggeriscono. Verrò a prenderti al binario, ci guarderemo come se non ci fossimo mai perduti e tu sarai luce e io sarò fuoco. Spero che il treno non ritardi e che il binario sia quello giusto, non potrei sopportare un errore così banale, noi di noi abbiamo bisogno, come quel bello che fu, come quel stato che deve tornare è.
Le dita picchiettano i tasti, tra poco metto fine.
Ancora un poco, un poco solo e poi vad.............




 

Pit Stop "Note scritte" (ascoltando la musica di Stefano Cencetti)

Queste brevi scritture, nascono nel momento dell'ascolto: non prima, non dopo.

 “casa” musica di Stefano Cencetti

Torno, ho la pelle indurita dal sole, ho le mani stanche di lavoro. Una piccola fortuna nelle tasche, che mai avrei potuto immaginare. Ho tenuto duro, anche quando mi remavi contro, anche quando l'attesa insolente troppo si allungava. Ti abbraccio ora, sono vicino a rientrare in te, spalancherò le tue porte, porterò aria nuova dalla tue finestre, per te sarà una scossa, per me una scarica elettrica da buttarmi a terra. Ti rimetterò l'abito buono, ti riporterò nel giorno, tutta questa notte tra le mura ti ha resa pallida. Insieme per sempre, torneremo in colore... 


martedì 15 settembre 2015

Pit Stop per un compleanno

Ti guardo hai le tempie imbiancate e la chioma folta non lo è più da tempo, anche se la vera calvizie è ancora lontana. Solo...una leggera stempiatura, trascurabile per chi non ti ha visto in tutto il mio tempo. Perfino le sopracciglia unite tra loro da farti soprannominare dagli amici affettuosamente “ciglione”, si sono diradate staccandosi, prendendosi rivincita di unicità. Gli occhi, di cui m’invaghii, ora sono striati di rosse venuzze e due scure occhiaie li accompagnano, retaggio di tante notti mal dormite, di troppi pensieri all’appello, di responsabilità che si sommano, mentre la leggerezza e l’ottimismo che ti caratterizzava, svanisce. Stamattina hai emesso un suono di dolore, una contrattura alla schiena mi hai detto. Ti ho dato un antidolorifico per affrontare comunque la giornata, ti ho fatto un breve massaggio, prima che il quotidiano ti prendesse.
Dopo cena esausto ti lasci andare al divano, non perché tu sia un lavativo, ma perché tutto è davvero troppo da troppo tempo. Così di botto ti addormenti, di un sonno pesante, che finalmente mette a tacere ogni pensiero.
50 anni oggi. Se non fosse per la data anagrafica che non mente, nessuno penserebbe che hai mezzo secolo. Sei ancora discreto: “Nipote te tu fai come i’ vino, nell’invecchiare tu mégliori!” – ti dice zia Silvana ogni volta che ti vede- Io dico che sei sempre te ma un altro uomo rispetto a quello che conobbi trentaquattro anni fa: né migliore, né peggiore, solo un altro. E in fondo è quasi doveroso che così sia. L’evoluzione dell’io è importante, scarta la buccia, tiene la polpa.
In silenzio occhieggi al ciò che resta, con un po’ di nostalgia che non dai a vedere, se non a me che per numero di anni trascorsi al tuo fianco, non mi sfugge. Sul ciò che è stato e avrebbe potuto essere ti soffermi poco, non ami piangerti a dosso, quello lo faccio io e anche per te. Un sospiro giusto ogni tanto, come quando si vede il treno andarsene senza di noi dalla pensilina e dopo l’arrabbiatura per il ritardo, non resta altro che la rassegnazione in un sospiro. Della paura di non aver più tempo noi sei indenne nemmeno te, per questo mi dici e ti sforzi, nonostante le avversità degli ultimi anni, a cercare di vivere con maggior leggerezza. “Che c’è” ti domando, quando ti vedo avvolto da un’assenza che non ti appartiene. “Nulla” rispondi, In quel nulla certe volte ti lasci andare alla lacrime. Solo io lo so. Guardo le coppie nei loro anni messi insieme, si sorreggono con gli occhi, si tengono ancora per mano, fanno brevi programmi o non ne fanno per paura. Hanno scalato montagne, guadato fiumi in piena, hanno ripreso fiato e maledetto il giorno in cui si sono incontrati, hanno toccato quel che resta se uno dei due manca.
Mezzo secolo, cosa vuoi che sia? Un altro mezzo almeno da dividerci in due…
Tua moglie