mercoledì 16 novembre 2016

Pit Stop A rieccoci, si ri inagura!!!



A rieccoci, si ri inaugura! Si raddoppia! In due anni e mezzo c’è a chi gli cresce la famiglia, a noi ci son cresciute le stanze! L’importante è crescere. E con questo spazio, ampliato, rinnovato, ri visto, e ri arredato, noi, con tutti voi, speriamo di farlo. Ora ci vedete tutti qui bellini, sistemati e ravviati, insomma, come si dice a Firenze “ tutti in chicchere e piattini ” Ma ci siam fatti un discreto cu… ma…du p…si è lavorato sodo ecco, sotto la guida creativa del piccolo genio Calamassi, i mobilini minimali dal laboratorio HOBO, con le lampade eleganti del Galeotti, il totem girevole del Galloni che raccoglie i ricordi legati a Montespertoli di Danilo Baragatti, e tanti altri preziosi contributi dei soci belli..tutto per dare LUCE, come dice il nostro qui caro amico umbro/spoletino/rott…Alessandro, ormai da un pezzo naturalizzato montespertolese.

Questo è il LOFT19 ( a Giuliano gli piace più chiamarlo Saletta21 in ricordo dei tempi andati, perché Giuliano quì dentro c'è sempre stato) laboratorio del circolo foto-grafico Fermoimmagine Montespertoli, spazio polivalente che ospiterà gli eventi, le mostre organizzati dal Comune e dal circolo stesso e il recupero dell’archivio Baragatti, catalogato e già utilizzato per la mostra della Filarmonica Amedeo Bassi ed altri recuperi di preziosi fotogrammi. Non solo fotografia quindi, ma arte e cultura in tutte le sue forme, o quantomeno in quelle che possono essere contenute e condivise in questo spazio.

E poi in ultimo ma non da meno, luogo in cui semplicemente… incontrarsi.
Noi ci siamo. Voi?
Viva il Loft 19!
Viva Montespertoli!
Montespertoli Viva!" 


Foto di Alessandro Fontani




lunedì 7 novembre 2016

Pennellate di parole... Al caffè


John Singer  Sergent Cafe on the Riva degli Schiavoni (1880 circa)

Erano venute a trovarmi, da tempo glielo chiedevo. Non perché avessi nulla di particolare da dir loro, solo per fare gruppo al tavolino di quel caffè, che tanto bramavo frequentare ma non da solo. E poi la bellezza del luogo, il passaggio lento della gente, gli arrivi in gondola. Insomma volevo esser lì per dire che anche io c’ero. Ma, non, da, solo. La solitudine mi avrebbe consegnato soltanto occhi indagatori, espressioni compassionevoli, frasi interrotte nel mettermi a fuoco. Solo il cameriere, ecco si lui, lui per abitudine di modi riservati e distanti, niente di tutto ciò avrebbe fatto trapelare. Con loro sedute al mio tavolo, accanto a me, prese da me, protettive e gagliarde, nessuno avrebbe notato il mio volto troppo giovane, il collo incassato nelle spalle, la gobba malcelata dalla giubba e le mani, nodose d’artrite. Felice, ero felice, tra discorsi frivoli e risatine, tra tutti quegli sguardi puntati su loro e il mio divertimento nell’essere padrone non visto della scena.


Paolina, Teresa, Guendalina, Rosetta e Miriana, mi baciarono le guance prima di andare, a turno, come un rito. Poi Paolina fece cenno alle altre di avviarsi e tornò da me. A riscuotere il denaro che dovevo per quel pomeriggio di amore diverso.

mercoledì 2 novembre 2016

Pit Stop Grigio


I mesi prima della fine dell’anno mettono grigio dentro. Torni inquieto, ciclicamente inquieto, dell’inquietudine che ti vorrebbe attivo quando invece sei apatico, che ti vorrebbe fuori casa quando invece ti rintani, che ti vorrebbe nel sole quando invece stai nel buio. Che fatica, quanto dura questa fatica? Dura da tanto. A volte viene e poi va, e poi ri viene e poi ri va. Mentre vorresti fare di te la cosa migliore mai fatta e invece fai di te il peggio.
Fine.