domenica 12 maggio 2013

Pennellate di parole Le due



Klimt, Donne in gravidanza



Allungò il collo in cerca del display della sveglia sul comodino di Matteo: le una. In quegli ultimi giorni faticava a trovare una buona posizione per riposare, era tutto un sonnecchiare fino alla mattina. Quella notte poi, l’odore acre e pungente di diluente misto a colla, usato il giorno prima per il trattamento del parquet nella camera accanto, le chiudeva la gola, le toglieva il respiro.
“Basta, mi alzo, scendo”- pensò- mentre goffa a fatica si alzava da quel letto, ora, troppo basso. Matteo continuava a dormire. 
Percorse l’ingresso, scese lentamente le scale e, pesante, si coricò sul divano. Ma quella, non doveva essere notte per dormire. Dopo neanche mezz'ora sentì, avvertì, l’urgenza di fare qualcosa, qualcosa che non poteva rimandare. Guardò l’ora sul display dello stereo: le una e mezzo. Risalì le scale, e questa volta si soffermò davanti allo specchio posto in cima. Nono gli eventi incalzassero, restò qualche minuto a guardarsi, mettendosi in più pose...chissà quando e se, si sarebbe rivista così.
Svegliò Matteo che butto l’occhio alla sveglia: le due.



Giorgia era in macchina, aspettava e ascoltava la radio della notte. Genitrice in attesa. Marina aveva festeggiato il suo quindicesimo compleanno in un pub. Felice e appagata andava ora incontro a Giorgia. Un’occhiata all'orologio: le due.
Era stata puntuale.



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