lunedì 31 dicembre 2018

Scattiscritti Discorsi foto di Antonietta Adamo testo di Giovanna e Francesca



Eppure già si allunga...
Cosa? -disse in un soffio in parola- 
Il giorno- rispose- con gli occhi appoggiati sulla stoffa leggera. 
Per un po' poi, nessuno dei due disse nulla. Ognuno nel suo silenzio complice, quello che solo chi s'ama da tempo, sa dividere e condividere per farsi del bene. 

Riprese... 
Sono felice che vada... 
Cosa?... 
L'anno 
Hai ragione 
Dovrò ricordarlo e rimpiangerlo comunque... 
Nessun anno si scorda, a meno che non lo voglia 
E io non voglio... 
Intanto il sole calava.... 
È bello farsi culla in noi stessi. Giocare con le parole ma il silenzio talvolta ha il profumo di tanti profumi. Odora di terra e cielo, del giorno e della notte. A fine anno puoi mettere un seme speciale in te. Deporlo in quel breve tempo dell'allungo del giorno... Questa è luce giusta per farlo. Hai la mia parola. 
Ho la tua parola... Dopo tutte queste tue, tu una mi consegni...Luce 

Fu ancora silenzio, di parole saturo, di Luce illuminato. 
Si avvicinarono sorridendo, si scambiarono carezze sulle guance. 
Poi venne la notte dell'ultimo giorno dell'anno. 
Il dopo, è un'altra storia...


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Luci d'inverno! foto di Antonietta Adamo 




sabato 29 dicembre 2018

Impressioni in penna... Sogniamo più forte della paura di Saverio Tommasi

Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti…



Caro Saverio, 
avrei voluto scriverle prima ( il suo libro era già in mano mia, pochi giorno dopo la sua uscita) ma altri impegni me lo hanno impedito. Se fossi ancora presente nella vostra dimensione, le proporrei una prossima avventura letteraria a quattro mani, tanto nel suo narrare, il mio ho trovato. Nonostante gli anni trascorsi e la mia assenza ormai datata, nel suo leggerla ahimè capisco, che le cose, e le pieghe delle stesse, hanno preso altri nomi e altre pieghe ma son sempre” bruttaralle” assai lo stesso. Il sopruso, la diversità, l’ingiustizia, la bellezza del pensiero libero, espresso in libere parole, ostacolato da tutto il suo contrario. Una realtà che si ripete raccontata in favola, perché arrivi a piccini e grandicelli, perché "i grandi" faccia riflettere. So ( perché mi tengo informato anche da qui) che le mie poesie, i miei racconti, continuano a girare nei libri, continuano a essere lette nelle scuole e nelle case, perché si dice, che nonostante la loro data di nascita, continuano a consegnare messaggi mai fuori moda. Ecco, caro Saverio, io credo che la storia della sua Filadelfia e di tutti i personaggi non a caso, che nulla al caso raccontano, così precisi nel loro descriversi, per farci vedere e conoscere il variegato genere umano, non sempre migliore ma sempre autentico… dovrebbero avere lo stesso buon destino delle mie poesie, dei mie racconti. Mi creda, non è piaggeria la mia, ma sincerità tra scribacchini ( insomma…scrittori via!) Mi son segnato delle riflessioni su alcune pagine, su alcuni passaggi, magari li riunisco più in là e poi glieli faccio avere. Adesso mi stanno chiamando, devo lasciarla caro Saverio, ma ci risentiremo appena possibile. E per tutto il resto del suo impegno oltre lo scrivere… non si arrenda, non molli, non abbandoni, anche quando lo stomaco le si chiude e la rabbia padroneggia il suo involucro. 
Con stima 
Gianni Rodari 


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mercoledì 26 dicembre 2018

Pit Stop Intrecci




Non c’è nessuna linea tra la vita e la morte, nessuna distanza o distacco. E’ un intrecciarsi vicendevolmente. Esserci non esserci…siamo qui quelli che siamo, siamo lì quelli che in un’altra dimensione stanno. Si vedono volti, si sentono voci, si recepisce presenza, basta solo essere predisposti all'ascolto. Ma forse non è nemmeno questione di questo. E’ proprio che vita e morte hanno le mani tese e le dita che s’intrecciano. E’ un continuare per proseguire, dove il destino ha fermato. Non mi pongo il problema di essere capita, non mi interessa. Sono riflessioni notturne di una notte dormita per metà, quando il buio e il silenzio conducono senza manovratore, il movimento del pensiero.
Nella luce del giorno ripensi, tieni e scarti. Tutto senti. Un perenne e progressivo sentire ti accompagna. Fai parte di quelli che faticano a stare a galla e abbisognano di immergersi tra i fondali, fino dove il fiato e la spinta, riescono a portarli. Intrecci di vita e di morte, si sciolgono quando la luce squarcia, si calamitano a vicenda quando il buio tutto riagguanta. Ognuno la pensi come vuole. Io così la penso.