domenica 31 dicembre 2017

Pennellate di parole... Trovò

Telemaco Signorini. Sulle colline di Settignano 






Sapeva perdersi e fermarsi e ascoltare. Valentina, piccola donna dai sogni leggeri, dal sonno pesante, dagli sbadigli rumorosi. Quando rientrava da scuola gettava con grazia i libri sulla sedia dell’ingresso e andava. Andava a sedersi sul muretto a secco che recintava la proprietà dei nonni, un filo d’erba in bocca, un fiore tra le mani colto nel campo, possibilmente giallo e non troppo odoroso. Quando il vento era forte, ascoltava il suono delle foglie agitate e dei rami dondolanti, mentre i sassolini più piccoli si rincorrevano sul viottolo bianco fino a sparire tra l’erba.


Valentina, sarà donna silenziosa, dal presente in burrasca, dall'appetito vivace, dallo stomaco in brontolio. Quando rientrerà dal lavoro, con pinguedine, poserà la borsa, scenderà dai tacchi, cercherà nel frigorifero qualsiasi cosa commestibile. 

Si ritrovò in quel luogo tempo dopo, la vita in salita spesa, la discesa ancora da spendere. Trovò briciole di muro e una siepe non curata. Trovò erba polverosa e un fiore, giallo



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venerdì 29 dicembre 2017

Pit Stop "Propositare"





Questi sono i giorni del "propositare". Si pensa, si ha la sensazione, che fare propositi e pronostici in queste date a ridosso della fine, che sbirciano a quelle di un nuovo inizio con speranza e timore insieme, sia di buon augurio.
Il non fatto nell'anno che lascia, svetta in cima alla classifica del volerlo fare a tutti i costi comunque vada, comunque sia. Il non avvenuto si deposita come un macigno nell'angolo del non essere riusciti a...

La mattina di questi giorni di attesa, che non vorremmo percepire tali, che fingiamo siano giorni come gli altri undici di fine mese, è pesante. Dal risveglio si macinano propositi, si scuote la testa da soli e qualche volta si parla a voce alta per dirsi cose già dette,  accanirsi contro il fato che continua a girarci le spalle. Ognuno esorcizza a modo suo. Di sicuro la pausa dal lavoro per chi è in vacanza, non aiuta al non rimuginare. Mette dialogo tra l'io e l'io, porta a galla sensi di colpa, desideri rimossi, voglia di scappare per non affrontare. Una capanna su un'isola, una baita in cima a un montagna, un biglietto di sola andata per un dove a caso. 

Quelli che tutto ciò non lo vivono ci sono. Non dubitate. Passano indenni da ogni fine, saltano atletici in ogni principio,  consolidando ciò che hanno in materiale e sogni, proseguendo con i giusti sussulti, affacciandosi, poco, fugacemente, sul contorno che li circonda. Il non esporsi troppo perchè nulla in cambio gli venga chiesto, per loro è legge. 
Ma in fondo, in sincerità sincera,mettendoci un "oh" voluto davanti che fa tanto toscanismo: "Ohhh un fanno bene"?... 

Questi sono i giorni del propositare. La seconda volta che lo scrivo non lo virgoletto, lo considero già entrato nei vocaboli nuovi approvati dalla Crusca.
Termino qui, porto il respiro fino in fondo alla pancia, mi spingo nella giornata e verso la fine di questo anno partito non male, sciupatosi parecchio a metà, decisamente pessimo sul finale.
Come altri anni scritti sui miei calendari, credo che saluterò con un vaffanculo pieno. Facciamo mezzo dai! 
Non mi scuso per il il francesismo.

Foto di Marco Galeotti 

sabato 23 dicembre 2017

Pit Stop Il decollo di un aereo è...






Il decollo di un aereo è affascinante. Passare un’intera giornata a veder decollare aeroplani. Il velivolo si posiziona sulla pista,i motori vanno in forza, prende velocità, lascia la pista, chiude il carrello, s'impenna, incontra l’azzurro, imbocca la rotta per l’autostrada celeste. Metafora. Dovremmo tutti avere almeno un decollo nei nostri giorni in dotazione. Almeno uno che ci metta in volo. Dall'alto sporgersi, squarciare le nuvole, conquistare il sereno, imboccare un corridoio di aria fredda che con uno più tiepido si mescola. Costante la sensazione di librarsi per andare lontano. Lontano, ognuno ha il suo lontano, vicino per l’uno, non abbastanza per l’altro. L’importante resta il volo. E quella sensazione di equilibrio che solo lo spiegamento di ali in perfetto assetto, dà. 



Un’intera giornata all'aeroporto a veder decollare aerei. Ad ogni decollo un sogno lascia il suolo per farsi realtà in un dove. Misterioso è il tragitto, incognito è l’atterraggio. Manca il buon presentimento che dopo il volo ci sia il meglio. Chi ha paura di volare ingoia gocce e posiziona pasticche sotto la lingua, mentre sulla pista dell’aeroporto, comunque, gli aerei decollano e atterrano. In alternanza con naturalezza…












martedì 19 dicembre 2017

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi Montespertoli Piazza Machiavelli





Piazza Machiavelli, piazza vecchia, come la chiamano i paesani. In questo scatto di giornata, il sole di fine dicembre si affaccia tra i rami dell’abete natalizio. Si dice che qui “i’ vento e un manca mai”, d’estate e d’inverno mutando solo di nome. Si dice che “e bisogna fare una bella pettata pe’ arrivacci”, l’ultimo pezzo di Via Sonnino infatti, s’impunta e anche se ci arrivi dal lato opposto, le ginocchia son costrette a spingere. Così, vuoi per il vento che per la salita, a questa piazza, che di Montespertoli vecchia prova ancora a raccontarci, gli si preferisce quella del Popolo, piazza nova,  piazza del Comune, quella che tutti accomuna nello struscio, nelle ricorrenze, negli eventi. Eppure di questo paese bombardato, ricostruito, ri nato, ri popolato “dai i’ sua e da quelli di fori”, piazza Machiavelli è il suo documento storico, con le due Torri degli orologi, con la biblioteca, il museo Amedeo Bassi, sede dell’ufficio turistico, le facciate dei palazzi antichi dalle finestre piccine e qualche balconcino dalle ringhiera in ferro battuto a un passo dal tetto, la caserma dei carabinieri, la chiesa di Sant’Andrea. E poi le botteghe, che del vento e della salita non si fanno cruccio e con fiducia ancora resistono. 


C’è qualche panchina nella piazza, prendetevi tempo, sedetevi su una, voltate e alzate lo sguardo in più direzioni, raccogliete negli occhi, andate in passato, anche solo nel vostro se l’avanzata età vi mette in circolo ricordi, oppure immaginate e basta, ciò che fu e avvenne, soddisfatti del fatto che sia stato preservato. 

“Che gioiellino che s’ha!”
Vento e salita, valgon bene una piazza…

Piazza Machiavelli Montespertoli foto di Massimo Tognelli 



Pit Stop Prendo nota






Prendo nota che oggi è 19 dicembre. Metà del mese andato, il restante sarà lungo, come sempre. Buffo, per me non passa mai, si impegna in lentezza, accusa la fine imminente e l'imminente principio in arrivo. Ha gelato ieri sera, i vetri dell'auto non ne volevano sapere di sbrinarsi sotto l'aria calda del riscaldamento a tutta forza. Ho atteso con calma. E con calma ho percorso la via del rientro, guidare di notte mi diventa sempre più faticoso: l'incontro con i fari delle altre auto mi fa brillare gli occhi, così decido per la guida lenta. Utile e dilettevole, ho il tempo di raccogliere i pensieri, di ascoltare musica e il piede sull'acceleratore spinge il giusto.



Prendo nota che oggi è il 19 dicembre. Da bambina il conto alla rovescia per l'inizio delle vacanze natalizie, aveva già preso il via. Noi del '64, per certo periodo, ci siamo anche beccati l'abolizione della Befana, reinserita quando a noi più non importava. In compenso però, abbiamo vissuto l'inizio della scuola datato 1° ottobre. 

Prendo nota che oggi è il 19 dicembre. Il 13 è stato il giorno più corto e già ho la sensazione che la luce si allunghi. Del Natale e dintorni faccio a meno volentieri, quest'anno poi, men che meno. 
E' mattino, e fatico a tenere gli occhi aperti. Fosse sera non sarebbe contrasto. Mi adeguo, riconosco, fa parte del periodo e a breve, a gennaio sul finale, sparirà.

Foto di Marco Galeotti 

giovedì 14 dicembre 2017

Pit Stop Appena possibile detterò...





Appena possibile detterò ciò che voglio nel caso che…
Nessuno dovrà prendersi responsabilità nel caso che…

Nessun senso di colpa, né giorni impegnati nell'angoscia di non saper che fare nel caso che… 

Di me consegnate ciò che di me di buono resta per dare ancora vita. 
Dopo, agite come da copione. A voi lascio i dettagli, quelli vi spettano, ma sono sicura che pur lasciandovi liberi di…terrete conto di come avrei voluto che… 
Metterò tutto in bella, non so ancora come, ci sono moduli forse, autocertificazioni può darsi, atti liberi probabile. 
Poi lasciatemi andare nei ricordi, e se ci riuscite, che siano ricordi di me bella e buona, il resto provate a dimenticarlo svelto. 
Dicono che al primo vagito sia già tutto scritto. “E’ tutto scritto, catalogato, ogni pensiero, ogni peccato…” Lo disse anche un cantautore straordinario in una straordinaria canzone. E’ il cosa ci sia scritto che si ignora e il dove sia catalogato pure. La vita ci avviene, ne entriamo a far parte, siamo una parte, piccola, minuscola. Non è uguale per tutti la vita. Non sono eque le porzioni distribuite, non sono sempre mantenute le promesse fatte alla nascita. Sul discorso di metter mano al testo, modificare la bozza, fare un editing attento, non mi pronunzio, è campo minato, e questione di forza interiore e anche di un po’ di fortuna che non guasta, che ci vuole. 

Appena possibile detterò ciò che voglio nel caso che…
Ora è un mio diritto.