sabato 9 settembre 2017

Impressioni in penna... Palazzuolo sul Senio, il Museo delle Genti di Montagna

Le mie impressioni in penna nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l'anima ha visto, digerito, rielaborato. Perchè a modo mio resti...




Quanti anni sono che frequento Palazzuolo sul Senio?... Tanti. Troppi, se penso a quanti ne avevo la prima volta che vi ho soggiornato e quanti ne ho adesso…meglio sorvolare

Fu subito amore, io, fiorentina di nascita, che mai di questo paese in provincia di Firenze a dialetto romagnolo, avevo sentito parlare. Tutta colpa di un ragazzo diventato poi marito, che di cognome fa Galeotti, figlio di Guerrino, nipote di Vittorio, meglio conosciuto come Michele, che di Palazzuolo sul Senio all’inizio degli anni ’50, fu anche Sindaco. Michele e Dina, abitavano a Neviglio, con 13 figli, tanta miseria, tanta fatica, ma una dose esagerata di dignità e onestà. Sfollati a Firenze quasi alla fine del secondo conflitto mondiale, tornarono a Palazzuolo a PIEDI! Pur di riappropriarsi delle poche cose rimaste, pur di riprendere a vivere lì, dove tutto era cominciato.

Ad agosto del 1983, risale il mio primo soggiorno palazzolese, in tenda, al Campeggio Visano, quello del Baracani, ora diventato dopo diversi passaggi di mano, Camping la Sorgente. Ricordo, anzi ricordiamo, visto che fu la prima vacanza a due, che piovve quasi incessantemente tutta la settimana e questo, tra le altre cose che vi lascio immaginare, fu un ottimo motivo per tornarci.

Palazzuolo sul Senio, un gioiellino di montagna adagiato in una conca, circondato dai morbidi crinali dell’Appennino Tosco Emiliano. Che spettacolo quando il suo borgo medioevale si rianima di evo ogni anno, durante un weekend di luglio! Un tempo i weekend erano due, ma si sa le cose cambiano e non voglio entrare in merito.

Palazzuolo sul Senio, con il fiume a dividerlo, con le case affacciate sulle sue rive, con i germani che ancora ci sguazzano, con qualche canna e pescatore in speranzosa attesa e le famiglie con coperto e coperte, che a tempo buono si ritrovano sulle sue sponde.

Dopo la tenda, una figlia, ormai donna, un tot di anni in cui per nessun particolare motivo lo abbiamo abbandonato ma non dimenticato, un ritorno, proprio questa estate. Parcheggiamo il camper nel parcheggio a ridosso del bosco, davanti alla piscina comunale, altro luogo a misura di uomo, immersa nel verde, alternando camminate sui sentirei segnalati o segnalati un po’ memo, ( una volta ci siamo quasi persi, santo google maps installato sul cellulare, ci ha salvato), a giornate di relax in piscina, tra un libro, un bagno, un pisolino e incremento di abbronzatura di non guasta mai. Spesa in paese, formaggio del caseificio locale, caffettino, gelato e qualche sfizio se capita, durante “le vasche” serali, prima che il sonno abbia la meglio. Certo, non nascondo che una volta c’era molta più gente, che si faticava a trovare un tavolino ai bar per consumare, o si aveva l’imbarazzo della scelta per godere della cucina tipica. Ma in questo, non voglio entrare in merito.

Ebbene lo ammetto, lo ammettiamo: la visita al Museo delle Genti di Montagna ci mancava. Ma quest’anno abbiamo sopperito alla mancanza, dedicandogli una mezza mattinata per la conoscenza. Palazzo dei Capitani, location ad hoc, un percorso ben delineato, semplice ed esaustivo allo stesso tempo, racconta il paese, la sua gente, le sue difficoltà, ma soprattutto racconta la storia locale di un epoca, di un preciso territorio, cosa estremamente importante se si vuole tramandare e conservare la MEMORIA di un luogo oltre se stesso, oltre la sua trasformazione.

Così leggiamo, vediamo foto di volti antichi e oggetti di antichi mestieri, entrando in contatto, arricchendoci, come sempre avviene. L’Italia è ricca di paesi come Palazzuolo, di piccoli musei locali che tanto hanno e tanto danno, di realtà che con forza, costanza, nonostante lo spopolamento, provano a continuare a vivere, reinventarsi, rinnovarsi.

Noi, amanti di borghi e di storie da andare a scovare, non manchiamo mai, nel nostro girovagare quando ci è possibile, di soffermarci il più possibile all'interno di queste, per viverle nel loro quotidiano.

Museo delle Genti di Montagna, pensato, voluto, continuato, dal Signor Tonino Poli prima, dal Signor Alvaro Bernasconi poi, come mi dice, aiutandomi con i nomi e le info che mi sfuggono, il pazzuolese Luciano Grifoni.


Prossimo appuntamento: sagra dei marroni.

Restiamo in contatto sul gruppo Noi Palazzuolesi

ps: per chi per caso, avesse letto un po’ di tempo fa il racconto Rocca Montorsa, dedicato a Palazzuolo e alle feste medioevali…son sempre io.

Con affetto
Artigiana scrittora Giovanna
 
 
Palazzo dei Capitani foto di Marco Galeotti 

Museo delle Genti di Montagna foto di Marco Galeotti 

Museo delle Genti di Montagna foto di Maro Galeotti 

Museo delle Genti di Montagna foto di Marco Galeotti 

Museo delle Genti di Montagna foto di Marco Galeotti 









1 commento:

  1. Grazie Giovanna, il mio grazie è sia personale che come palazzuolese. Un grazie sincerp x essere una amica vera di Palazzuolo.

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