mercoledì 27 febbraio 2019

Pit Stop Ode alla lentezza...





Leggo che oggi è la giornata della lentezza. Sono molte le date che sono state destinate a una ricorrenza, alcune sono importanti e doverose, altre, come questa, non saprei... Chi l'ha voluta? Chi ha deciso che?... Perché oggi?...

Comunque se è giornata della lentezza che lo sia! La lentezza dovremmo applicarla tutti giorni, dovremmo avere il diritto sacrosanto e scontato, di ritagliarsi un momento in cui, ognuno..."lenteggia" con se stesso, lentezza fa, lentezza mette, con tutto, per tutto, in tutto, ciò che lo circonda. Mettendo in atto lentezza, si mostra un lato del noi non sempre conosciuto e riconoscibile. Potrebbe essere anche il migliore che abbiamo senza saperlo, potrebbe essere la salvezza, il buon risultato di aver dato retta al nostro "lenteggiare". 
Tutta questa corsa a chi per primo arriva, a chi più veloce corre, a chi crede di valere di più perchè si piazza sempre nei posti migliori sulla linea della vita, mi ha stancato. E' di una manciata di giorni fa, questa riflessione esternata e condivisa. E forse questo giorno che oggi si celebra, mi cade a fagiolo. 
L'amico Alessandro posta con la sua riflessione di lentezza, questa foto che gli rubo, senza chiedergli il permesso, già so, che me lo darà...


Ordinatamente, senza fretta, disegnava linee, una dietro l'altra, mettendo sfumature dritte di verde, su quel verde in distesa. Il tempo non era cosa sua, suo era quell'andamento lento e silenzioso di procurarsi del bene, dall'alba al tramonto, senza contare...né l'uno, né l'altro. 

Io invecchiai, lui lentamente visse...

Lode all'omino trentino foto di Alessandro Fontani 



sabato 2 febbraio 2019

Pit Stop Linee



Non c’è nessuna linea tra la vita e la morte, nessuna distanza o distacco. E’ un intrecciarsi vicendevolmente. Esserci, non esserci. Siamo quello che eravamo, quello che eravamo resteremo. Siamo noi anche lì, solo in un’altra dimensione. Qui, continueremo a vedere i volti, a risentire le voci, a percepire presenza. Basta solo essere predisposti, basta solo allertare i sensi in dotazione. La vita, la morte, due mani tese, dita che si intrecciano. Un racconto in bilico da proseguire.  

Riflessioni notturne di una notte dormita per metà, quando buio e silenzio conducono senza manovratore, il movimento del pensare. Ripesco tra gli appunti di scrittura ancora da evadere, 

Nella luce del giorno ripenso, tengo, scarto, tutto sento. Quando troppo si pensa si fatica a stare a galla, bisogna immergersi nei fondali, fino dove il fiato e la spinta riescono a portarci. 
Intrecci tra vita e morte, si sciolgono quando la luce squarcia, si cercano quando il buio tutto riagguanta. 

Ognuno la pensi come vuole. 
Io così la penso.