sabato 7 febbraio 2015

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Certe giornate" (dedicato a Guido Cappelli)


"Certe giornate" (dedicato a Guido Cappelli)


Quante lacrime gli solcavano le guance in certe giornate. Ogni pretesto era buono perché queste potessero trovare sfogo, rovesciandosi copiose al di fuori di lui. Non le poteva fermare, non le poteva scacciare, facevano quello che dovevano e lui con loro. Faticoso era il mattino, il riprender confidenza con il mondo. Come il sole che sorge poi si alzava, e le ore dopo assumevano altri toni. Passava giorni a domandarsi chi fosse e a cosa servisse. Passava giorni a domandarsi perché quelli giungessero puntuali e ciclici a rammentargli il suo stato. E di nuovo si chiedeva se l’armonia, avrebbe mai fatto parte del suo vivere. 
Davanti alla pagina bianca trovava nuova forza, da troppo celata nell’anima. Era ciò di cui aveva bisogno. Domani non sapeva. La prendeva come una cura, una terapia, che lo aiutava a stare dentro e non fuori come troppe volte si sentiva. Chissà se tutte quelle parole scritte solo per lui un giorno le avrebbe condivise. Da quella sorgente nascosta e ora scoperta, sgorgava acqua cristallina per potersi finalmente dissetare. 
E così si dissetava…  


Quando il giorno si abbandona alla sera, il crepuscolo la sua va a dire. Non son mai le solite frasi, gli stessi pensieri, cambia il ritmo, l’intensità di come vengono detti. Dipende dall’aria che spira, dal colore che primeggia, da quell’andamento lento o allegretto che ha marcato la giornata già in remoto.
E’ così che il tramonto s’annuncia, con le nuvole d’acqua in agguato, con le bianche d’afa a punteggiarne la sera in calura, con le stelle ancora fievoli e la luna prossima, sotto un cielo terso da disegno di fanciullo.
La tavolozza è in fremito. L’arancio scalpita, il giallo sotto spinge, mentre il rosso si batte per dircela tutta...
Il sole?... Il sole sempre reggia! Che sia in pallore o in foco, striato di nero o di una tinta indefinita e indefinibile che nemmeno il pittore gli dà nome.
Noi mortali non si può che a ogni mossa di natura sovrana soccombere, predisporre l’occhio alla visione e l’anima all’ascolto. Le emozioni comandano. Per chi le vuol sentire, per chi se ne vuol nutrire. 
Ma c’è chi ignora, perché la voglia e il tempo di imbattersi in quelle forte impaurisce.
Il tramonto inevitabilmente avviene. 
Si ferma in ogni data ma ad ogni novella alba riconduce.
Così sempre, così sia…




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Tramonto all'Isola d'Elba foto di Nara Mazzetti

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