lunedì 7 novembre 2016

Pennellate di parole... Al caffè


John Singer  Sergent Cafe on the Riva degli Schiavoni (1880 circa)

Erano venute a trovarmi, da tempo glielo chiedevo. Non perché avessi nulla di particolare da dir loro, solo per fare gruppo al tavolino di quel caffè, che tanto bramavo frequentare ma non da solo. E poi la bellezza del luogo, il passaggio lento della gente, gli arrivi in gondola. Insomma volevo esser lì per dire che anche io c’ero. Ma, non, da, solo. La solitudine mi avrebbe consegnato soltanto occhi indagatori, espressioni compassionevoli, frasi interrotte nel mettermi a fuoco. Solo il cameriere, ecco si lui, lui per abitudine di modi riservati e distanti, niente di tutto ciò avrebbe fatto trapelare. Con loro sedute al mio tavolo, accanto a me, prese da me, protettive e gagliarde, nessuno avrebbe notato il mio volto troppo giovane, il collo incassato nelle spalle, la gobba malcelata dalla giubba e le mani, nodose d’artrite. Felice, ero felice, tra discorsi frivoli e risatine, tra tutti quegli sguardi puntati su loro e il mio divertimento nell’essere padrone non visto della scena.


Paolina, Teresa, Guendalina, Rosetta e Miriana, mi baciarono le guance prima di andare, a turno, come un rito. Poi Paolina fece cenno alle altre di avviarsi e tornò da me. A riscuotere il denaro che dovevo per quel pomeriggio di amore diverso.

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