lunedì 28 ottobre 2013

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi "Divers...amanti"




"Divers...amanti"



Di solito Ermanno provvedeva da solo, e quando erano in vena di coccole, di facezie da amanti, con complicità Amelia gli dava una mano. Erano abiti veloci quelli da togliere: t-shirt dalle maniche corte o lunghe, maglioni, felpe con la zip. 

Quella sera ad Amelia le ci volle più tempo. Le tremavano le mani, gli andavano in commozione gli occhi, e la felicità era così straboccante da farsi peso. Faticò a slacciargli il nodo della cravatta bordeaux, a sbottonargli il gilè di sciantung di seta grigio perla. Ermanno poi non l’aiutava, inerme di tenerezza imbambolato, tutto preso a godersi l’esclusiva di quella donna innamorata. Si sentiva tanto vergine quanto mandrillo, e la cosa gli metteva allegria nelle ruote. 
Le asole della camicia bianca di cotone raffinato, sotto le dita smalto rosso di Amelia, con voluttà abbandonarono i bottoni, rivelando il torace coperto di bionda peluria al profumo di sandalo di Ermanno. 
Le pareti della stanza raccontavano la storia. Vette innevate, cieli tersi, rocce spruzzate di verde illuminate dal sole, ramponi, scarponi, caschi, corde, ferrate, sci, racchette. In molte tavole di quella storia narrata in fotogrammi, Ermanno, con il volto abbronzato in sorriso, con lo sforzo nei muscoli tesi, con le gambe come rampicanti. Poi il racconto in scatti di colpo s’interrompeva.
Altre foto racchiuse in cornici colorate appoggiate su due mensole, conducevano a una nuova diversa narrazione. 
Sul bracciolo della poltroncina in fondo al letto la cravatta, sullo schienale della stessa panciotto e camicia. Mancava la giacca, l’avrebbero recuperata domani o dopo domani, dal salone del locale, dove, dopo il ricevimento, si erano scatenati in un Merengue su due ruote.
Candele all’essenza di vaniglia illuminano l’ambiente, profumano l’aria. 
Ermanno fermò le mani di Amelia, con dolcezza le prese tra le sue. Era arrivato il momento di interrompere quello struggente spogliarello, di procedere da solo... 
Si sbottonò i pantaloni, tirò giù la cerniera, si chinò a slacciarsi le scarpe di vernice nera e le spostò ai lati della carrozzina. Facendo forza sull’avambraccio sinistro si tirò su finché poté e aiutandosi con l’altra mano e l'altro braccio, fece scendere i pantaloni fino alle caviglie, gli sfilò, li mise sulla seduta della poltroncina, affiancò la carrozzina al letto e con una spinta precisa lasciò quella per sedersi sulle lenzuola intonse blu cobalto.
Incantata come prima la volta da quel rituale, Amelia giaceva al suo fianco.
Una cornice d’argento delle dimensioni di un foglio da lettere, campeggiava da sola sul cassettone. In attesa di dar sfoggio del fotogramma migliore di quella giornata, ospitava una partecipazione:




                                              Amelia Piccini         &        Ermanno Tibari

 

                               dopo averci pensato dieci anni, di cui cinque di convivenza, 
                                e una tegola sulla testa cambiargli la vita  ma non  l’amore
                                                         


                                                        Annunciano il loro matrimonio
                                   


                                    Palazzo Pretorio di Valle Elvira, addì 18 giugno 2013

                             Poi andiamo tutti a mangiare a “ La Gola de l’Orco” a Frittole





 

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