lunedì 21 ottobre 2013

Pennellate di parole "Memorie d'inverno"




 
                        Vincent Van Gogh 1888 La sedia di Vincent  olio su tela National Gallery Londra                            
   Vincent Van Gogh La sedia di Gauguin 1888 olio su tela Museum Van Gogh Amsterdam


"Memorie d'inverno"


Malinconici pensieri si persero tra i ceppi incandescenti. Nella gelida mattina di neve in arrivo, nel silenzio della casa, si sedette davanti al caminetto. Si sentiva solo il crepitio del legno che bruciava e il sibilo lieve delle lingue di fuoco andanti su per la cappa. Dalle fessure delle finestre, ininterrotto il vento fischiava. 
Mettersi a fare bilanci di vita gli fece paura. Si limitò a costatazioni amare, a ripercorrere un passato non proprio come avrebbe voluto, a porsi davanti al suo futuro, con un enorme interrogativo. E basta. 
Nel bricco riscaldò il caffè avanzato del primo mattino e lo macchiò con due dita di latte, tornando a sorseggiarlo sulla stessa sedia dinanzi alla fiamma. Quella fonte naturale di calore, gli intiepidiva il volto e le mani appassite. Così si percepiva, fuori e dentro, in uguale misura. Un fiore, una pianta, sempre poco annaffiata, una forzata sopravvivenza sulla terra. I colori, che nella bocca del focolare si alternavano, si fecero notare: il nero dei ceppi in bruciatura, il giallo contornato di scuro delle lingue di fuoco che salivano e il rosso accesso delle braci in continua crescita. Intorno buio, con la fuliggine polverosa e grassa a ricoprire l’interno della cappa fin dove più non si vedeva, fino al comignolo sul tetto. Ecco, se avesse dovuto paragonare la sua anima a un’immagine, a un qualcosa, l’avrebbe paragonata al caminetto: un buco nero nel buio quando dentro nulla brucia, un buco rischiarato dalla fiamma leggiadra o debole, a seconda delle forze che dentro si consumano quando la legna incandescente fa il suo lavoro. Dove trovassero posto i sogni, le illusioni, le aspettative, non lo focalizzava. Forse nascoste nella cenere calda che ancora resta dopo che il fuoco si spegne. 
Si scosse, sentendo con se stesso il dovere di mettersi al riparo da quel rimuginare. 
Quel silenzio fatto di calore, fiamma e pensieri, ora l’opprimeva. Nel giubbotto pesante e nel cappello, trovò una spinta nuova per lasciarsi andare al vento, che ogni cosa spazza…




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