sabato 21 marzo 2015

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi (esercizio di scrittura) "Scrivere con la propria 'voce' "



"Scrivere con la propria 'voce' "

Io vengo da Firenze:fiorentina da parte di mamma e di tutta la sua famiglia. Il babbo no, lui è nato a San Casciano Val di Pesa.

Io vengo da Firenze e quando ci fu l’alluvione abitavo in Piazza Pier vettori e l’acqua arrivò fino al primo piano e la prima volta che uscii di casa con la nonna Ada, dopo che l’acqua dell’Arno si era ritirata, tutto quel nero e quella mota mi fecero schifo.

Io vengo da Firenze,dalla sua periferia,ci sono stata fino al 1983, zona Soffiano Monticelli, dopo averci traslocato nel 1969, insomma dopo Piazza Pier Vettori.

Io vengo da Firenze,da una Firenze che aveva i cortili dove giocavamo con le bambole, da una Firenze dove si andava in bicicletta da soli per le strade,semaforo, semaforo, senza avere paura.

Io vengo da Firenze e me lo ricordo bene quel ferragosto del 1980 con la città svuotata in mano ai turisti, io e la bici Graziella viola, i bermuda, la camicia bianca, sola, in Piazza Signoria, coi piccioni e il caldo dell’ora di pranzo.

Io vengo da Firenze e da quando c’è la tramvia ci torno spesso, Lascio la macchina a Scandicci, faccio il biglietto, vado. Però non trovo più la Firenze di quando ero ragazza, tante botteghe antiche sono sparite, tante viuzze che percorrevo tranquilla ora mi appaiono abbruttite.

Io vengo da Firenze ma la campagna mi ha adottata. E allora le vigne, i poggi, gli oliveti, le strade coi ciottoli e le salite che mi affaticano le gambe,hanno preso il posto dell’autobus N° 6, quello che da Piazza Starnina mi portava alla scuola alberghiera, l’Aurelio Saffi, che adesso non è più lì.

Io vengo da Firenze e da 16 anni sto a Poppiano, non nel borgo ma sul poggio, dove se fa freddo e piove a Baccaiano, lì nevischia, dove il lenzuolino anche di luglio per dormire ci vuole, dove mi son ritrovata coi capelli bianchi così, senza che m’accorgessi.

Io vengo da Firenze, ma tutta questa appartenenza con gli anni la sento sempre meno. Eppure questa città ce la invidiano tutti. E’ proprio vero che come dicevano i vecchi:
“E un siam mai contenti!”

2 commenti:

  1. ...ed io che in campagna ci sono nata, in questa Valle dimenticata da Dio di qua dal valico, invidiavo le fiorentine che venivano in vacanza e raccontavano della città e di tutte le comodità: autobus, taxi,negozi e lampioni dappertutto! E poi i monumenti delle cartoline e dei libri di scuola...che fortuna poterli vedere ogni giorno! E poi l'Arno così grande!! Ed io come orgoglio avevo solo l' essere nata nel comune dove si trovano le sue sorgenti, di farci il bagno in estate e di attraversarlo a piedi...Ora che son grande, il Campanile, Ponte Vecchio, i sepolcri del Foscolo mi affascinano sempre...perchè Firenze l'è Firenze...un c'è nulla da fa' !

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    Risposte
    1. Appunto Edi, "e un siam mai contenti!"
      Grazie per aver letto la mia "voce"

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