"Una mattina"
Non era facile provare anche solo a pensare che alcune delle cose fatte con regolarità un tempo, potessero essere lasciate lì, in deposito, in attesa di tornare a farsi, uguali, magari anche migliorate. La paura, di non avere più quel tempo per tornare a farle, si faceva spazio tra i pensieri e i problemi del qui, più necessari di una risoluzione, con più diritto di essere pensati. Eppure qualche mattina come quella la cosa accadeva, e lei usciva dal meccanismo stritolante del dovere del fare, per entrare in quello piacevole del da farsi con piacevolezza. Poi si rammaricava, si vergognava, di aver messo in moto quel pensiero, quella temporanea divagazione, tanto da sentirsene in colpa. Nessuna novità in fondo, lo aveva sempre fatto, durante tutto il suo cammino terreno fino ad all'ora percorso. Nessuna possibilità che diverso avvenisse. DNA puro
Si soffermò a fermare su carta quella riflessione avvenuta tra il letto da rifare e i panni stirati da riporre. Andare a rileggerla a scadenza, le avrebbe fatto bene.
Il ripetente del mattino la risucchiò.
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