sabato 29 dicembre 2018

Impressioni in penna... Sogniamo più forte della paura di Saverio Tommasi

Le mie “impressioni in penna” nascono dal desiderio di far migrare nella scrittura, quello che l’anima ha visto, digerito, rielaborato. Perché a modo mio resti…



Caro Saverio, 
avrei voluto scriverle prima ( il suo libro era già in mano mia, pochi giorno dopo la sua uscita) ma altri impegni me lo hanno impedito. Se fossi ancora presente nella vostra dimensione, le proporrei una prossima avventura letteraria a quattro mani, tanto nel suo narrare, il mio ho trovato. Nonostante gli anni trascorsi e la mia assenza ormai datata, nel suo leggerla ahimè capisco, che le cose, e le pieghe delle stesse, hanno preso altri nomi e altre pieghe ma son sempre” bruttaralle” assai lo stesso. Il sopruso, la diversità, l’ingiustizia, la bellezza del pensiero libero, espresso in libere parole, ostacolato da tutto il suo contrario. Una realtà che si ripete raccontata in favola, perché arrivi a piccini e grandicelli, perché "i grandi" faccia riflettere. So ( perché mi tengo informato anche da qui) che le mie poesie, i miei racconti, continuano a girare nei libri, continuano a essere lette nelle scuole e nelle case, perché si dice, che nonostante la loro data di nascita, continuano a consegnare messaggi mai fuori moda. Ecco, caro Saverio, io credo che la storia della sua Filadelfia e di tutti i personaggi non a caso, che nulla al caso raccontano, così precisi nel loro descriversi, per farci vedere e conoscere il variegato genere umano, non sempre migliore ma sempre autentico… dovrebbero avere lo stesso buon destino delle mie poesie, dei mie racconti. Mi creda, non è piaggeria la mia, ma sincerità tra scribacchini ( insomma…scrittori via!) Mi son segnato delle riflessioni su alcune pagine, su alcuni passaggi, magari li riunisco più in là e poi glieli faccio avere. Adesso mi stanno chiamando, devo lasciarla caro Saverio, ma ci risentiremo appena possibile. E per tutto il resto del suo impegno oltre lo scrivere… non si arrenda, non molli, non abbandoni, anche quando lo stomaco le si chiude e la rabbia padroneggia il suo involucro. 
Con stima 
Gianni Rodari 


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