martedì 24 ottobre 2017

Da 1000 a 4000 battute spazi inclusi Gloria




Le venne in mente che forse, non era poi così male. Sì, le venne in mente, perché quando a non essere così male non ci si crede, bisogna ti venga n mente. E a Gloria venne.

Non ci fu bisogno dello specchio, né di guardarsi come quando ci mettiamo qualcosa di nuovo, oppure controlliamo di non avere macchie sulla maglia, sulla camicia, sui pantaloni, insomma su quello che si ha addosso. In quel momento non seppe, ma decise che forse, non era così male. Le mancava di togliere quel forse, ma "forse", era ancora presto per farlo, e decise di prendersi del tempo per toglierlo. Intanto lo tenne, come sicurezza, come scaramanzia. 
Alle 18:40 di un autunno già in corso da quasi due mesi, era già buio. A Gloria quel tempo che sta tra l’estate andante e l’inverno arrivante, piaceva: c’erano colori aranciati in cielo, c’era alternanza di temperatura tra il mattino, il mezzo del giorno e l’imbrunire. Nelle alternanze Gloria ci stava bene, lei aveva sempre alternato qualcosa: lavori, amicizie, sentimento. Alternare il lavoro era stato un problema, non è che quando lo mollava poi lo ritrovasse dove lo aveva lasciato, quindi più che di alternanza, si era trattato di una serie di cambiamenti, di cui non si vedeva la fine.  Con il resto elencato invece, aveva avuto più fortuna, le amicizie vere sapevano attendere il suo andare e tornare, e l’amore, l’unico in verità, si era assoggettato con incondizionato affetto, a quel suo amarlo di più, di meno.
 Mi viene strano scrivere di Gloria, le parole mi si ripetono e i concetti pure. Ho innescato un gioco in scrittura. 
Gloria sta entrando qui, dove di lei racconto senza permesso.
Sospendo. 



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