E’ un autunno in primavera questo, fiorisce ancora la terra, i cappotti satanno negli armadi, si continua a passeggiare e i bambini giocano al tramonto senza giubbotto. Ogni tanto il cielo scroscia forte, bagna profondo, ferma l’aria. Il tempo del letargo latita e la campagna non s’addormenta. Uomini e animali, confusi dalle temperature che sanno di maggio, si chiedono se mai verrà il gelo a freddare le ossa, a ghiacciare il pelo, a screpolare le labbra e irrigidire le zampe. Ma un gelo preciso già c’è: attanaglia il giardino segreto di ognuno, ne ghiaccia gli spazi più angusti, prova a restare in attesa di cose migliori, di speranze da non abbandonare.
Verrà l’inverno, verrà la tramontana a portar via i rimasugli dei brutti pensieri, verranno i fiocchi a nascondere di immacolato i brutti presagi, ad ovattare gli striduli suoni.
Un cappello metterà in tepore le teste, una canzone alimenterà un sorriso…
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